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Delivery, una nuova scommessa natalizia
Una delle poche note liete del 2020 che potrebbe chiudersi in “zona rossa”
A distanza di pochi giorni dal Natale, gli umori della collettività non sono dei migliori. Non potrebbe essere altrimenti considerando che il 25 dicembre 2020 e tutto il periodo delle festività saranno fortemente condizionati dall’ultimo dpcm e da altre eventuali soluzioni governative che potrebbero arrivare in tempi brevissimi. Formalmente, la cinghia delle restrizioni è stata allentata con il passaggio in zona gialla di molte regioni italiane tra cui la Puglia, ma pare scontato che le misure saranno inasprite nelle giornate clou. E non di poco.
Da una parte, c’è un quadro sanitario ancora preoccupante su cui molti esperti continuano a più riprese a riferire le proprie preoccupazioni in via ufficiale; dall’altra, una comunità allo sbando che tra ansia e paura deve fare i conti con una serie di problematiche pratiche.
Il Natale, da molti indicato fino a qualche tempo fa come un crocevia importante, sia sul versante economico che su quello sociale, potrebbe rivelarsi l’ennesima delusione per quanti riponevano la speranza in una festa felice al cento percento, in linea con quel clima che solo il calore familiare e amichevole può conferire al tanto atteso appuntamento. Purtroppo, pare che così non sarà. Di sicuro, non sarà il solito Natale.
Ogni tipo di programma personale e collettivo dovrà essere modificato. A prescindere dal “colore” delle regioni, dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 è vietato, nell’ambito del territorio nazionale, ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome. Nelle giornate del 25 e del 26 dicembre 2020 e del 1° gennaio 2021 è vietato altresì ogni spostamento tra comuni, esclusi quelli motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute (è comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione). Questo è il quadro attuale, ma se sarà confermata la “linea dura”, il sacrificio sarà notevole: si tratterà di restare in casa e di fare altre rinunce. Anche i piccoli spostamenti per festeggiare con i parenti saranno vietati perché con grande probabilità l’Italia dal 24 dicembre al 3 gennaio (forse fino al 6) sarà tutta in fascia rossa. Nei giorni festivi e prefestivi, cioè la Vigilia, Natale, Santo Stefano, domenica 27 e mercoledì 31 dicembre, Capodanno, 2 e 3 gennaio, ristoranti e bar saranno chiusi tutto il giorno, le saracinesche dei negozi dovranno restare abbassate e la circolazione sarà bloccata anche dentro il proprio comune. Solo per tre giorni le misure saranno quelle delle zone gialle: il 28, il 29 e il 30 dicembre.
Tra le categorie più penalizzate, ci sono sicuramente i ristoratori che stanno patendo una sofferenza infinita dai primi mesi dell’anno (salvo una piccola boccata d’ossigeno nel periodo estivo). Gli imprenditori aveva puntato forte sulla possibilità di riprendersi proprio nei cosiddetti giorni “rossi” sul calendario. In realtà, il rosso è al momento il colore più temuto se associato alla possibilità sempre più concreta del lockdown.
La preoccupazione di tutti i gestori e dei fornitori è condivisa dalla clientela che, solitamente, approfitta delle giornate di festa per regalarsi occasioni di relax e di soddisfazioni culinarie in compagnia nei propri cari fuori dalle mura domestiche. Si dovranno comunque fronteggiare evidenti limiti organizzativi, non c’è ombra di dubbio.
Una soluzione per chi vuole evitare di trascorrere una settimana in cucina a imbandire il fatidico pranzo di Natale (o la cena della Vigilia) è il delivery. Il servizio a domicilio è una delle poche note positive del 2020 con un interesse crescente da parte di aziende che hanno scelto di rimettersi in gioco, di reinventarsi e di soddisfare le esigenze dei propri clienti “a distanza”. Non solo un processo innovativo che sta dando risultati importanti, ma anche una riuscita operazione di fidelizzazione che, in molti casi, ha coinvolto nuovi target di mercato.